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La normativa nell'affidamento dei figli e la sua evoluzione dalla legge sul divorzio
Le recentissime evoluzioni in materia di diritto di famiglia - con particolare attenzione alle tematiche di affidamento condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità - sono state stimolate dall’urgenza di far valere il principio costituzionale di equilibrio e uguaglianza dei genitori rispetto ai figli, a prescindere dallo stato in cui versa la relazione di coppia. I profondi mutamenti socio-culturali intervenuti a partire dalla metà del secolo scorso, soprattutto in seguito all’introduzione dell’istituto del divorzio nell'ordinamento giuridico italiano nel 1970, hanno infatti imposto una serie di revisioni alla normativa che regolamenta il complesso campo del diritto di famiglia e in particolare dell’affido di figli minori.
Prima di questa data, la separazione coniugale era consentita esclusivamente in caso di colpa di uno dei coniugi, con affidamento della prole al genitore "senza colpa”, coerentemente con quanto sancito nel codice civile del 1942 sull'indissolubilità del matrimonio. È solo con la legge sul divorzio che al criterio della “buona condotta” dei coniugi si sostituisce il principio della tutela dell'interesse morale e materiale dei figli, prioritario nell’orientare le decisioni del giudice relative ai delicati compiti di educazione e di mantenimento della prole. Sino al 2006, in Italia la materia dell’affido dei minori è stata regolata dalla legge sul divorzio, che con la riforma del diritto di famiglia del maggio 1975 è stata estesa anche all'istituto della separazione.
Con l’introduzione della legge n. 54 del 2006 si assiste a un importante mutamento di prospettiva nell’attribuzione di ruoli e responsabilità in caso di crisi coniugale: i nuovi dispositivi di legge prevedono l’equipollenza dei due genitori rispetto ai diritti e doveri di educazione, mantenimento e benessere psico-fisico della prole. Le innovazioni introdotte hanno avuto una portata rivoluzionaria nel diritto di famiglia: l’affidamento che in precedenza propendeva in via prevalente per l’esclusività, passa ad essere condiviso, salvo gravi e comprovate eccezioni che scaturiscono dalla necessità prevalente di protezione dei minori.
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L’introduzione dell’affidamento congiunto e la cessazione delle discriminazioni tra figli naturali e figli legittimi
Oggi la normativa in materia di affido minori è disciplinata dalla Legge n. 54 dell'8 febbraio 2006, dalla Legge 10 dicembre 2012, n. 219 e dal D.lgs n. 154 del 28 dicembre 2013 (a decorrere dal 7 febbraio 2014), nonché dai principi sanciti dall'art. 30 della Costituzione (che stabiliscono il dovere e diritto dei genitori a “mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio") e dagli artt. 9 e 18 della legge 176/1991, che ha ratificato la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, in base a cui entrambi i genitori condividono la responsabilità dell'educazione del fanciullo. Ulteriori innovazioni sono poi state introdotte dal disegno di legge presentato dall’on. Pillon e da altri otto senatori.
La legge 8 febbraio 2006, n. 54 relativa all'Affido condiviso riconosce a entrambi le parti eguali ed idonei strumenti di tutela del proprio diritto genitoriale a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con il figlio minore, nonché a rivolgersi in qualunque momento al giudice per denunciare nuovi fatti sopraggiunti, per chiedere la cessazione di un comportamento molesto o in genere far valere il proprio diritto genitoriale. Con la Legge 10 Dicembre 2012, n. 219 viene a cadere qualsiasi discriminazione, anche formale, tra figli naturali e figli legittimi, uguali davanti alla legge e nei rapporti con i genitori.
Il DdL Pillon presentato in commissione Giustizia del Senato lo scorso 10 settembre 2018, attualmente ancora in discussione e già oggetto di proteste e polemiche, introduce il principio della “bigenitorialità perfetta” e l’obbligo della mediazione: da una parte si stabilisce che diritti e doveri inerenti affido e mantenimento dei figli devono essere condivisi in parti uguali da padre e madre, indipendentemente dai rapporti intercorrenti tra loro, nell’esclusivo interesse morale e materiale del figlio minore. Dall’altra, con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’alienazione genitoriale, si punta a una conciliazione tra le parti che non è sempre possibile nella prassi, e prevede maggiori spese per la separazione che di fatto rischiano di sfavorire la parte economicamente più debole.
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Affido minori Bergamo: contattaci per maggiori infrormazioni
Nell'affrontare un divorzio o una separazione - consensuali o giudiziali - sono di primaria importanza la tutela dei minori e di conseguenza il diritto/dovere alla genitorialità di entrambi i coniugi. Le decisioni su affidamento e mantenimento dei figli devono tener conto di tale principio, oltre che delle disponibilità economiche delle due parti. Trattandosi di materia estremamente delicata, soprattutto in caso di conflitti tra le due parti o fondati timori riguardo la sicurezza e incolumità propria o della prole, è fondamentale poter contare su un’assistenza legale nei contenziosi di diritto di famiglia. A Bergamo è possibile rivolgersi alla professionalità e alla competenza dello Studio Legale Porzio Cattaneo.
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